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Gli agenti immobiliari dichiarano guerra all’abusivismo

Gli agenti immobiliari dichiarano guerra all’abusivismo

Gli agenti immobiliari in Piemonte, tramite le associazioni Fiaip e Fimaa, vanno verso una Consulta interassociativa

Le associazioni che rappresentano la categoria degli agenti immobiliari in Piemonte (Fiaip e Fimaa) manifestano la volontà di costituire una Consulta interassociativa regionale per sostenere gli operatori del settore e tutelare i consumatori. Il presidente di Fiaip Piemonte (Federazione italiana agenti immobiliari professionali) Marco Pusceddu e il presidente regionale di Fimaa (Federazione Italiana mediatori agenti d’affari) Andrea Leo, insieme con i presidenti dei rispettivi collegi provinciali, si sono riuniti per la prima volta con l’intento di creare un Tavolo regionale di consultazione permanente per discutere e lavorare su progetti d’interesse comune per la categoria degli agenti immobiliari rappresentati da entrambe le Federazioni, al quale si auspica, per il futuro, la presenza anche della sigla associativa Anama.

Dall’incontro è emersa la necessità di accelerare attivamente nella lotta all’abusivismo, per la quale province come Torino, Alessandria e Asti hanno già stilato e messo in atto Protocolli molto efficaci, con l’intenzione di fare sistema e di portare a livello regionale un impianto univoco condiviso. È stato affrontato anche il tema della cosiddetta Rre, la Relazione sulla Regolarità Edilizia degli immobili, al fine di essere parte attiva, al Tavolo con il Notariato e con gli Ordini tecnici professionali, per produrre un format di attestazione unico, valido in tutto il Piemonte. Si è anche discusso di un progetto che prevede la realizzazione di un unico borsino immobiliare regionale.

Inoltre, la Consulta interassociativa ha inoltre rimarcato la necessità per le agenzie immobiliari di offrire ai propri clienti un servizio a tutto tondo, che includa anche quello di gestire le esigenze finanziarie dei propri clienti che vogliono richiedere un mutuo per l’acquisto. Tutti i presenti si sono espressi favorevolmente sulla possibilità che un’agenzia immobiliare possa segnalare, in assoluta trasparenza, a banche e mediatori del credito, il nominativo del cliente che abbia necessità di chiedere un mutuo finalizzato all’acquisto della casa.

Infine, il Tavolo interassociativo regionale piemontese si è anche fatto parte attiva nel monitorare i passi che si stanno compiendo a livello nazionale per vedere finalmente attuata la norma che prevede anche per gli agenti immobiliari la possibilità di scaricare direttamente on line le planimetrie catastali.

“Fare sistema è la via per raggiungere i nostri obiettivi”, dichiara il presidente di Fiaip Piemonte, Marco Pusceddu. “Fiaip e Fimaa hanno intenti comuni e condivisi e insieme si faranno portavoce delle istanze della categoria, offrendo il proprio contributo nei vari Tavoli di lavoro istituti”.

Fonte: Torino Oggi

Mercato immobiliare a Torino - Prezzi in salita - CasaUnika
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Il mercato immobiliare torna a correre a Torino

Il mercato immobiliare torna a correre a Torino

Secondo il report dell'Osservatorio Fiaip, con lo slancio delle contrattazioni anche i prezzi del mercato immobiliare di Torino sono tornati a salire.

Colpita ma non affondata. Anzi, la pandemia è già un ricordo lontano. Questa la fotografia che sintetizza il report dell’Osservatorio Fiaip, in merito alla situazione immobiliare di Torino e provincia. Nel 2021 infatti il mercato del mattone ha registrato 36.860 compravendite, segnando un +31,5% sull’anno precedente. Solo nel capoluogo si sono concluse 15.224 transazioni, un aumento del 28% rispetto al 2020, mentre nel resto della provincia l’incremento è stato pari al 34% (con 21.636 affari). E con lo slancio delle contrattazioni anche i prezzi delle case sono tornati a salire: aumento medio dell’1,5% per Torino, +1% invece per i comuni della provincia.

«Il mercato della casa nell’ultimo anno è ripartito con una ripresa massiccia delle compravendite e un ritorno del segno positivo nei prezzi — commenta Claudia Gallipoli, presidente di Fiaip Torino — il +28% di transazioni nel 2021 fa di Torino la terza città d’Italia con il maggior numero di compravendite, dopo Milano e Roma. Un ottimo risultato non solo in confronto all’andamento del 2020, che ha visto la frenata con un -8,6%, ma anche rispetto al pre pandemia. A Torino l’aumento sul 2019 è stato dell’11%, mentre in provincia si è registrato il +27%». A trainare i valori degli immobili il centro (+3,1%), anche grazie alle recenti opere di riqualificazione che hanno dato vita a residenze di lusso come Palazzo Alosio e Casa Vélo. Capofila piazza San Carlo (+3,4%, con una media di 4 .430 euro al mq), seguita da piazza Statuto con il +3,1% (2 .889 euro al mq) e piazza Vittorio Veneto con il 2,6% (3 .443 euro al mq). Un’onda lunga in cui si inserisce anche la zona di Cit Turin (+2,6%), considerata il fiore all’occhiello del mercato immobiliare.

Da 8 anni infatti la sua crescita è costante grazie alla vicinanza con la metro, il tribunale, il grattacielo e i servizi. E poi risalgono pre collina e collina, così come tutte le aree lungo il fiume: +2,2% per Borgo Po, poi Gran Madre e Crimea (+2,1% dopo il segno negativo degli ultimi 2 anni). Valori in salita anche per Madonna del Pilone, Sassi e Bertolla (+1,9%), così come Cavoretto (+0,8%). Zone tornate in voga per la possibilità di godere più facilmente di spazi all’aperto e a contatto con il verde, i nuovi desideri dei cittadini dopo le passate restrizioni. Valori positivi anche per i quartieri più vicini al centro: Cenisia (+1,9%), Crocetta, Vanchiglia, Aurora e Regio Parco (+1,8%), più indietro San Salvario (+1,3%).

E poi tornano in positivo le periferie, anche se in maniera minore, dopo anni di calo. A guidare la ripresa Mirafiori Nord e Sud (+1,7 e +1,6%), e poi Santa Rita, Lingotto e Madonna di Campagna. Inoltre il 2021 ha mostrato un andamento in controtendenza anche per il settore commerciale, con un incremento delle compravendite del +26,6% rispetto al 2020 e del +14% rispetto al pre Covid. Ancora negativo il valore, che si attesta al -2%, ma in netta ripresa rispetto al -5,5% del 2020.

Fonte: Corriere della sera

Inflazione - Casaunika
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Comprare case per investimento: può difenderci dall’inflazione?

Comprare case per investimento: può difenderci dall’inflazione?

Tra inflazione e tassi di interesse in procinto di cambiare, l’investimento immobiliare sembra assumere sempre più i connotati di un rifugio sicuro.

Con l’inflazione ai massimi da quasi 40 anni e almeno tre rialzi dei tassi, la caccia ai rifugi sicuri è iniziata. Il settore immobiliare è considerato un approccio per proteggersi dall’inflazione, dato che la classe di attività di solito ha poca correlazione con azioni e obbligazioni. Quindi, naturalmente, l’interesse degli investitori è alle stelle, anche sullo sfondo di un mercato immobiliare super caldo, una bassa offerta di case e tassi ipotecari che minacciano di salire. Nikodem Szumilo, professore associato di economia presso l’University College London e specialista in economia e finanza urbana, ha affermato di aver ricevuto domande almeno due volte a settimana negli ultimi sei mesi su questo argomento.

L’inflazione è piuttosto alta e l’aumento dei tassi non aiuterà immediatamente”, spiega. “Quindi le persone stanno valutando cosa vogliono fare con i loro risparmi”. Alcuni esperti affermano che l’acquisto di immobili ora, nonostante un mercato caldo e competitivo, sia una buona scommessa, dato che i tassi ipotecari sono ancora bassi. Altri affermano che, poiché il settore immobiliare è così localizzato, è caso per caso e le aree rurali potrebbero non offrire le stesse prospettive delle grandi città. Ma in realtà, dipende dalle circostanze e dall’orizzonte temporale di investimento di un individuo. Ecco alcune domande che gli investitori, sia professionisti che dilettanti, stanno valutando e cosa suggeriscono gli esperti.

Immobiliare e inflazione sono correlati?

A prima vista, immobiliare e inflazione non sembrano correlati. L’inflazione si basa sui prezzi al consumo, mentre l’edilizia abitativa si basa sull’andamento demografico, sull’edilizia e sull’offerta complessiva. Tuttavia, a lungo termine, inflazione e alloggi tendono a muoversi nella stessa direzione a causa dei salari e dei tassi di interesse. L’inflazione spesso fa aumentare i salari, il che a sua volta aumenta i budget per l’affitto e l’acquisto. L’inflazione compare spesso anche in ambienti con tassi di interesse bassi, come negli Stati Uniti e in alcune parti d’Europa ora, dove il costo del prestito è basso. Ciò aumenta anche la domanda di proprietà.

Con l’inflazione che ora raggiunge livelli che non si vedevano da anni, il settore immobiliare è un’opzione di investimento interessante. “Il settore immobiliare è un’alternativa al mercato azionario”, ha affermato Benjamin Miller, amministratore delegato della piattaforma di investimento immobiliare Fundrise. “Le persone ci investono per lo stesso motivo per cui investono in criptovalute. Sono preoccupati per l’attuale sistema economico e vogliono opzioni”.

L’inflazione potrebbe influire se stai cercando di vendere una casa?

Al momento l’inflazione mette il mercato delle case nelle mani dei venditori. Poiché il numero di case disponibili si sta riducendo, questo spinge i prezzi. “Mentre il prezzo di tutto il resto sale, il recente aumento dei costi delle abitazioni non sembra così male in confronto”, ha affermato tuttavia Jeff Tucker, economista senior di Zillow. Quindi, a breve termine, è possibile che la domanda di acquisti immobiliari rimanga forte nonostante l’inflazione. L’aumento dei costi dei materiali da costruzione, dovuto all’inflazione e ai continui problemi della catena di approvvigionamento, potrebbe aumentare ulteriormente i prezzi delle case quest’anno poiché i costruttori di case li trasmettono ai consumatori. Ad esempio, i prezzi del legname sono ai massimi da mesi. Anche la carenza di forniture non aiuta. Un altro rischio rappresentato dall’inflazione è che con l’aumento dei prezzi di altri beni, come cibo e gas, i potenziali acquirenti di case potrebbero essere lasciati con meno da spendere in immobili, lasciando i venditori in asso. Ma Tucker prevede che i consumatori taglieranno le spese più discrezionali come viaggi, abbigliamento e intrattenimento, lasciando più spazio per necessità come l’alloggio.

Ora è un buon momento per comprare casa?

Se sia un buon momento per comprare casa dipende dalle circostanze individuali. Sebbene possedere una casa possa salvarti dagli aumenti annuali degli affitti, i prezzi degli immobili sono aumentati molto a livello globale. Per coloro che sono interessati a rimanere in una casa per più di cinque anni, l’acquisto ha senso; ma se si pensa di dover vendere prima di allora, potrebbe essere meglio aspettare. I prezzi potrebbero infatti scendere nei prossimi anni, vanificando l’investimento.

Tuttavia, se la mossa è determinata dalla necessità, il momento è buono. I tassi sui mutui, anche se in lento aumento, sono ancora storicamente bassi. Questo è un vantaggio per coloro che acquistano una casa ora.”Potrebbe essere passato il momento migliore, ma sicuramente i tassi sono ancora molto bassi rispetto all’inflazione”, ha affermato Aneta Markowska, capo economista finanziario di Jefferies. “Chiunque rifinanzia ora, bloccherà un tasso ancora incredibilmente interessante”. Fiona Cincotta, analista senior del mercato finanziario presso City Index, consiglia a coloro che hanno mutui a tasso variabile – che hanno tassi di interesse che possono fluttuare – di guardare a un mutuo a tasso fisso ora per sfruttare il momento attuale.

Conviene investire in immobili commerciali?

Secondo gli economisti, l’apprezzamento degli immobili commerciali è stato in generale più timido di quello delle abitazioni, a volte addirittura non raggiungendo i tassi di inflazione a lungo termine. I contratti di locazione negli edifici per uffici tendono a essere più lunghi rispetto alle abitazioni, il che significa che gli affitti impiegano più tempo per adattarsi all’inflazione, il che può essere uno svantaggio per un investitore immobiliare. E durante la pandemia, l’aumento del lavoro a distanza e degli acquisti online ha ridotto la domanda di spazi commerciali e uffici. “In passato, le persone hanno investito in beni reali perché non riuscivano a trovare valore negli asset finanziari”, ha affermato Lzieri. “C’era la sensazione che le azioni fossero così costose rispetto ai valori storici che hanno cercato altre fonti di reddito e si sono spostate su asset reali. Potrebbe non essere così in questo momento”. Le case plurifamiliari sono un’altra storia. Poiché i contratti di locazione sono in genere in scadenza ogni 12 mesi, i proprietari hanno maggiori opportunità di inserire fattori come l’aumento dei costi delle utenze nell’affitto.

Fonte: Idealista.it

Immobiliare 2022 - Casaunika
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Vendite immobiliari 2022: Come è iniziato il nuovo anno?

Vendite immobiliari 2022: Come è iniziato il nuovo anno?

Il 2022 è iniziato con buone premesse nel campo delle vendite immobiliari in tutte le principali aree italiane, dove si registra più stabilità rispetto al 2021.

Il 2022 è iniziato con buone premesse nel campo delle vendite immobiliari. Infatti in tutte le principali aree italiane si registra una sostanziale stabilità rispetto al 2021.

Secondo l’Osservatorio mensile di Immobiliare.it, la flessione minima nazionale si attesta su una media dello 0.1%, con una media nazionale del prezzo al metro quadro richiesto per le case in vendita sui 2.026 euro.

I prezzi area per area

Le variazioni percentuali del prezzo degli immobili sono pressoché minime a livello nazionale:

  • nel Nord Ovest la variazione di gennaio rispetto a dicembre 2021 è minima, con un incremento dello 0,2% rispetto al mese precedente. Su base annua, l’aumento è invece più sensibile: del 2,8% con una media di 2.126 euro al metro quadro. Acquistare casa in LiguriaPiemonteLombardia e Valle d’Aosta rimarrà possibile quasi con gli stessi presupposti di dicembre 2021.
  • Nelle regioni del Nord Est – Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia-Romagna – non si riscontra alcuna variazione nel mese di gennaio rispetto al mese di dicembre 2021. Rispetto allo scorso anno, però, si osserva un aumento della variazione percentuale del prezzo del 2,4%.
  • Al Centro, la media del prezzo al metro quadro è di 2343 euro e aumenta leggermente rispetto al mese precedente (+0,1%). Si osserva, invece, una diminuzione rispetto al 2021 di 2,0%.

I prezzi nelle maggiori province

Qui sotto i prezzi medi richiesti per le abitazioni e le loro variazioni su base mensile e annuale relativamente alle maggiori province del nord Italia, escludendo i valori del Comune capoluogo che si trovano invece scorporati nella riga successiva.

Prezzo medio al mq in euro Variazione mensile Variazione annuale
Provincia di Milano 1.929 0,4% 4,5%
Comune di Milano 4.924 0,4% 4,0%
Provincia di Torino 1.496 0,1% 0,0%
Comune di Torino 1.853 0,6% 2,6%
Provincia di Brescia 1.960 0,6% 5,6%
Comune di Brescia 1.750 -0,1% 0,0%
Provincia di Bergamo 1.302 0,0% -2,0%
Comune di Bergamo 2.268 1,0% 4,7%
Provincia di Genova 2.854 0,6% 1,1%
Comune di Genova 1.527 -0,5% -3,3%
Provincia di Padova 1.505 0,3% 4,3%
Comune di Padova 1.919 0,2% 5,4%
Provincia di Verona 1.925 -0,9% 3,0%
Comune di Verona 2.311 -0,2% 2,2%
Provincia di Varese 1.444 0,5% 4,4%
Comune di Varese 1.542 0,3% 0,7%
Provincia di Treviso 1.477 -0,2% -0,5%
Comune di Treviso 2.091 1,2% -1,2%
Provincia di Monza e Brianza 1.790 0,7% 3,7%
Comune di Monza 2.393 0,7% 9,1%
Provincia di Vicenza 1.323 0,5% 1,7%
Comune di Vicenza 1.460 1,5% 3,4%
Provincia di Venezia 2.191 0,0% 1,0%
Comune di Venezia 2.919 -0,4% -5,4%
Fonte: Immobiliare.it
Nuovla Lavazza Torino
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Nuvola Lavazza a Torino, i prezzi nel quartiere crescono fino a +25%

Nuvola Lavazza a Torino, i prezzi nel quartiere crescono fino a +25%

L'area circostante alla nuova struttura Nuvola Lavazza è stata riqualificata da questo importante intervento e rilanciato il valore degli immobili.

Nuvola Lavazza sarebbe diventata un’occasione di rilancio per i quartieri Aurora e Regio Parco. Era chiaro fin dalla sua inaugurazione, avvenuta il 12 aprile del 2018. La conferma arriva anche da dati più recenti, come quelli dell’analisi condotta da Fiaip Torino che evidenzia come “riqualificare o valorizzare un quartiere, una zona, oltre a migliorare la vita dei suoi abitanti, aiuta anche il mercato immobiliare, sia in termini di compravendite sia per i valori.”

“C’è una relazione diretta tra un’opera di rigenerazione urbana e la ripresa del quartiere in cui si inserisce. L’andamento immobiliare diventa una cartina di tornasole degli effetti benefici sul tessuto cittadino e sociale. Un impatto di cui si può avere contezza dopo un paio d’anni”, spiega Claudia Gallipoli, presidente di Fiaip Torino (Federazione italiana agenti immobiliari). La realizzazione della Nuvola Lavazza è un chiaro esempio di come un importante intervento di recupero edilizio può dare il via a un generale processo ‘a caduta’ di riqualificazione dell’area circostante. Il nuovo centro direzionale Lavazza è infatti diventato motore di rilancio del valore commerciale degli immobili nel crocevia di arterie che da lì si snodano.”

Effetto Nuvola Lavazza: i prezzi
“Nel raggio di 200 metri dalla Nuvola, l’incremento di valore degli immobili ha avuto rialzi anche del 25%”. Una percentuale che gradualmente diminuisce allontanandosi dall’isolato. Infatti a 500 metri dalla sede il rialzo negli ultimi due anni si attesta su una media del 15%”, commenta Corrado Portuesi, affiliato Fiaip che opera nella zona da circa 30 anni.

“Per esempio – spiega Portuesi – un bilocale di 50 metri quadri a 200 metri dalla Nuvola verso via Parma e via Alessandria, nel 2019 costava 30mila euro, mentre nel 2021 ha toccato il prezzo di 45mila euro, con un exploit del 25%. In corso Novara angolo via Bologna a poco più di 500 metri dalla nuova sede dell’azienda, un appartamento di 80 metri quadri nel 2019 costava 75mila euro, oggi 100mila con un incremento del 17%”. Più ci si allontana dal punto gravitazionale più l’impatto si riduce, per esempio “alcuni stabili in corso Palermo, essendo questa un’arteria di collegamento, vedono un aumento del 7% in due anni”, aggiunge.

Nei palazzi riqualificati di fronte alla Nuvola “l’aumento è molto più consistente – sottolinea l’affiliato Fiaip – in largo Brescia un alloggio di 50 metri quadri, prima dell’insediamento del Polo Lavazza, costava circa 35mila euro, oggi con la ristrutturazione sia dello stabile sia dell’alloggio, arriva a 55mila euro, passando da 700 euro al metro agli attuali 1.100”.

Effetto Nuvola Lavazza: le compravendite
Anche la richiesta è aumentata nel raggio di 500 metri lineari dalla Nuvola Lavazza: “Dal 2019 al 2021 la domanda è cresciuta tra il 20 e il 30% – commenta Claudia Gallipoli -. L’offerta al contrario sta gradualmente scendendo nell’area adiacente la Nuvola. Questo fa sì che la domanda tenda ad allargarsi. Anche se, più ci si allontana, più i valori e la richiesta vanno a decrescere entrando in contatto con altri isolati e quartieri”.

“L’idea di scegliere una zona un po’ depressa della città per installare la sede di un grande gruppo – aggiunge la presidente Gallipoli – dovrebbe essere ripresa dal Comune con l’individuazione delle aree disponibili e specifici bandi nazionali e internazionali, che porterebbero a Torino non solo lavoro e occupazione ma aiuterebbero anche a ricucire il tessuto cittadino laddove è più lacerato”.

Effetto Nuvola Lavazza: i valori al metro quadro
“Bisogna tenere ben presente che si tratta di aree molto diversificate al loro interno e la definizione del prezzo è sempre data da un insieme di variabili, che vanno dalle caratteristiche della singola via, allo stato del palazzo e dell’alloggio stesso”, precisa la presidente Fiaip.

La Nuvola infatti si posiziona a cavallo di due quartieri, Regio Parco e Aurora, aree caratterizzate da valori di mercato complessivamente differenti. Da una parte, Regio Parco vanta l’influenza positiva del Campus Einaudi; dall’altra, Aurora sconta l’alto grado di insicurezza della vicina Barriera di Milano.
Dunque, “Se le oscillazioni percentuali per entrambe le aree sono complessivamente importanti entro il mezzo chilometro, occorre però precisare che i prezzi al metro quadro sono molto diversi tra loro – sottolinea Gallipoli -. Regio parco sud nel 2020 ha segnato un prezzo medio al metro quadro di 1.713 euro, mentre Aurora di 984 euro al metro quadro”.

Fonte: Torino Today

Riconversione a Torino
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Parola d’ordine riconversione: Torino attrae i grandi investitori

Parola d’ordine riconversione: Torino attrae i grandi investitori

I progetti vogliono dare nuova vita a pezzi di storia con residenziale, uffici, turismo e istruzione grazie al processo di riconversione.

Nel cielo di Torino, tornano ad alzarsi le gru. E a terra è uno slalom tra ponteggi e zone delimitate per presenti, e future, aree di cantiere. Negli uffici è un via vai di permessi a costruire. E tornano pure i progetti, quelli capaci di cambiare il volto di una città e attirarne altri. Il motore immobiliare è ripartito e la città, sonnolenta e quasi apatica su questo fronte negli ultimi anni, qualcuno dice addirittura da quando si è spento il bagliore della fiaccola olimpica del 2006, esce dal torpore. E guarda a Milano dove operazioni immobiliari e costruzioni brulicano da tempo.

“Si colgono segnali incoraggianti di una macchina che riparte” , dice a Repubblica il neoassessore all’urbanistica di Torino, Paolo Mazzoleni, che a Milano è stato presidente dell’Ordine degli architetti. È convinto, Mazzoleni, che proprio la diversa tipologia degli investimenti – residenziali, wellness, uffici, scuole, spazi per la cultura – vada letta come fattore positivo. “Non è una fiammata, ma un’attenzione diffusa per la città da parte degli investitori”.

Per alimentarla, nei prossimi mesi, arriverà un piano urbanistico “in grado di spiegare la vocazione delle varie aree” , da nutrire con i fondi del Pnrr “che riportano la città a investire su se stessa, dopo anni di immobilismo nei quali le casse pubbliche erano vuote e non poteva essere il pubblico a innescare investimenti e operazioni immobiliari”.

Pronti a collaborare in un nuovo disegno della città, capace anche di attrarre investimenti, ci sono gli architetti. “Notiamo un dinamismo che non si vedeva da tempo e sicuramente crescerà con l’arrivo dei fondi del Pnrr”, sottolinea la presidente dell’Ordine degli architetti, Maria Cristina Milanese, che rivendica per i professionisti un ruolo strategico. “Non solo per le nostre competenze tecniche, ma per la cultura umanistica in grado di migliorare la qualità dei progetti e la visione della città del futuro”, afferma.

Entro l’anno vedrà la luce il nuovo Marriott Hotel all’interno dello storico edificio della stazione di Porta Susa, oggetto di un restyling curato dallo studio milanese Lombardini 22. L’immobile è stato acquistato dal gruppo tedesco Vastint che porterà in città il brand Tribute, con un hotel a 4 stelle, un ristorante, un bar, conference e meeting room. Sulla stessa piazza, attende di conoscere il suo futuro il Palazzo ex Rai assegnato a Ipi, dopo una serie di tentativi di vendita andati male.

Poco più a nord, lungo corso Principe Eugenio, un altro intervento sarà completato entro il 2023: l’ex complesso del Buon Pastore, oltre 3 mila metri quadrati a due passi da piazza Statuto, ospiterà il nuovo centro direzionale di Cogefa Spa, l’impresa di costruzioni della famiglia Fantini. La società ha acquistato l’area per 99 anni dal Comune per trasferire qui uffici e quartiere generale, entro il prossimo anno, e sistemare il giardino che sarà aperto alla cittadinanza e al quartiere. “Si tratta di un intervento non enorme ma doppiamente positivo – osserva ancora l’assessore Mazzoleni – da un lato perché conferma la buona salute di un’impresa di costruzioni che investe nei suoi uffici, dopo anni di grande sofferenza del settore, e poi perché è la prova che si possono realizzare operazioni immobiliari all’interno del patrimonio storico, e che non c’è contrasto tra l’idea di preservare quel che c’è e quella di far crescere la città”.

Lo stesso teorema ispira un altro intervento di recupero, questa volta nel pieno del centro città: via Cavour 28, palazzo di proprietà di banca Bnl. Qui traslocherà, dopo un intervento di radicale restauro degli spazi interni e anche della facciata su via Andrea Doria (quella su via Cavour è vincolata dalla Sovrintendenza), la business school internazionale Escp, oggi ospitata in corso Unione Sovietica. Nella nuova sede la scuola potrà ospitare mille studenti: ci saranno spazi aperti al pubblico, come la caffetteria e una piazza coperta. “L’investimento nasce dalla fiducia in Torino come città universitaria” , spiega il direttore Francesco Rattalino, che a febbraio presenterà il progetto insieme alla proprietà e allo studio di architettura Tra. L’edificio, che resta di proprietà di Bnl con cui Escp ha un contratto di affitto, sarà pronto a settembre 2023.

Sempre alla voce investimenti per la formazione c’è il campus urbano dell’olandese The student hotel group (Ths) che investe oltre 65 milioni di euro nell’operazione sull’area dismessa tra Lungo Dora Firenze e via Aosta (all’altezza di Ponte Mosca). Anche in questo caso l’orizzonte di fine lavori è il 2023, quando troverà casa in questa zona della città – riqualificata anche con spazi residenziali in co- living e co- workinganche l’Università di Design Iaad. Sempre in zona Aurora, in via Perugia, l’ex mercato dei fiori è al centro di un investimento della società spagnola Go Fit che apre a Torino il primo polo fitness e wellness con un giardino pubblico, un’area giochi e una vasca di laminazione per la raccolta dell’acqua piovana.

Entro fine anno, poi, si concluderanno i lavori di Uptown, l’operazione immobiliare del Gruppo Building per la riconversione della struttura dell’Ordine La Salle di Villa San Giuseppe, che diventerà un’edificio residenziale di quattro piani, con servizi di cohousing, un orto condominiale, ma anche giardini privati, un campo da calcetto, uno da padel e la palestra con area fitness.

Pochi giorni fa è invece stato annunciato un intervento nel quartiere Crocetta, nel palazzo che ospita alcuni uffici della Regione Piemonte. Il fondo Gran Torino, che vede come azionista di maggioranza Zetland Capital, una società di private equity inglese, ha acquistato da Generali Real Estate Sgr il civico 21, per demolirlo e trasformarlo, insieme a Crea.Re Group, Nore srl e Primula Costruzioni, in un Palazzo Contemporaneo ad uso abitativo, in base al progetto affidato allo studio di architettura di Fabio Fantolino. L’operazione vale circa 100 milioni insieme a quella, datata giugno scorso, quando nell’orbita Zetland è entrato l’immobile di via Roma 333, tra le vie Gobetti e Gramsci. Per restare in zona, lo scorso anno gli americani di Invesco avevano acquisito per 60 milioni Palazzo Cinzano, lungo via Amendola, mentre Patrizia Ag ha fatto shopping immobiliare in piazza Cln dal fondo Mascagni.

Non solo case però, la fibrillazione del denaro e del mattone, in città, guarda anche a spazi per la cultura e l’intrattenimento. È al 2023 l’orizzonte per il via ai lavori negli spazi della Cavallerizza Reale. Lo scorso ottobre Università degli Studi e Compagnia di San Paolo si sono aggiudicati per oltre 11 milioni l’area, con l’unica offerta presentata al bando di alienazione da parte del Comune di Torino. Obiettivo: realizzare un polo culturale e recuperare una parte importante del centro storico, accanto a cui sarà realizzata anche una fermata della linea 2 della metropolitana garantendo una migliore connessione sull’asse nord sud della città.

E pare destinata a una vocazione culturale anche la nuova vita del Palazzo del Lavoro. Non troppo distante da lì, aprirà invece finalmente i battenti, dopo undici anni, il grattacielo della Regione firmato da Massimiliano Fuksas. ” Il dinamismo immobiliare è tale da sembrare strutturale – azzarda il presidente del Collegio Edile di Torino Antonio Mattio – rispetto al passato comatoso durato troppi anni. Un conto era la crisi fisiologica da indigestione del mercato, successiva al 2006, ma poi c’è stata la crisi dei subprime nel 2008, quella del debito degli Stati nel 2011 e infine la pandemia. Quest’ultima – osserva Mattio – ha però avuto l’effetto di una “safety car”, e ora assistiamo a una ripartenza, forse addirittura troppo veloce”. Il rischio è, secondo il numero uno degli edili, ” che il grande dinamismo degli investimenti e delle operazioni immobiliari possa vanificarsi a causa della mancanza di manodopera “.

Fonte: La Repubblica

Casa Unika cercare casa
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Come è cambiato il modo di cercare e acquistare la propria abitazione

Come è cambiato il modo di cercare e acquistare la propria abitazione

A raccontare il cambiamento in atto del mercato immobiliare è l’Impact Report 2021 redatto da Casavo.

Il 2021 è stato un anno decisamente unico per il mercato immobiliare che, dopo il picco negativo registrato nel 2020 a causa della Pandemia, ha vissuto quest’anno un periodo dapprima di assestamento e poi di innovazione.

A raccontare il cambiamento in atto del mercato immobiliare è l’Impact Report 2021 redatto da Casavo.

L’analisi, condotta su 575 intervistati scelti tra persone che avevano appena concluso la vendita o con vendita in corso, è stata realizzata insieme a Bva Doxa, società di ricerche di mercato e consulenza, con l’obiettivo di capire e conoscere come è cambiato nel processo di vendita di una casa nel 2021 nelle principali città italiane: Roma, Milano, Torino, Bologna e Firenze.

I dati emersi dall’Impact Report 2021
Il lockdown ha portato nuovi stili di vita e con essi anche nuove preferenze abitative. Il Report di Casavo evidenzia i seguenti dati:

  • il 36% degli intervistati ha dichiarato di aver venduto casa per cercarne una più adatta alle proprie esigenze;
  • il 37% predilige il trilocale come immobile da acquistare o vendere con facilità;
  • il 30% sceglie il bilocale, soprattutto a Milano con il 34% della preferenza.
Sotto la media nazionale resta invece la compravendita di bilocali nelle città di Torino e Bologna (23%).

L’impatto della digitalizzazione sulle compravendite
Dall’Impact Report 2021 di Casavo emerge anche che le abitazioni si vendono più in fretta – in Italia la media prima della pandemia era di 7 mesi per vendere casa – se si adottano soluzioni digitali, che nell’ultimo anno hanno stravolto anche il mercato immobiliare, per necessità ma anche per comodità.

Lo studio evidenzia che il 40% degli intervistati ha utilizzato Internet

  • per stimare il valore della propria casa tramite;
  • per cercare o vendere immobili ;
  • per effettuare le visite all’immobile tramite videochiamata o virtual tour (il 30% delle persone intervistate lo ha fatto nel 2021).

Fonte: Immobiliare

esecuzioni immobiliari
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Esecuzioni immobiliari: cosa sono?

Esecuzioni immobiliari: cosa sono?

Le esecuzioni immobiliari, note anche come procedure esecutive immobiliari, si verificano ogni volta che un creditore può espropriare un bene immobile di proprietà del debitore quando questo non provvede a saldare il proprio debito.

Procedura esecuzione immobiliare, cosa prevede?
Per comprendere appieno questo concetto bisogna mettere a fuoco un aspetto: le esecuzioni immobiliari hanno come oggetti il diritto di proprietà o i diritti reali di usufrutto e di superficie sui beni immobili di una persona.

La procedura di esecuzione immobiliare si articola in diverse fasi: il primo passo riguarda l’atto di precetto. Che cosa è l’atto di precetto? Si tratta di una intimazione scritta che viene notificata in forma scritta nel quale si obbliga il soggetto insolvente a corrispondere quanto dovuto al creditore.

Una volta che è decorso il termine previsto dal precetto, il creditore (soprattutto se si tratta di una banca) individua il bene immobiliare da colpire e procede con il vero e proprio atto di notifica.

Come funziona il pignoramento immobiliare? La procedura del 2019 (atto di intervento esecuzione immobiliare) prevede:

  • Avvio della procedura di esecuzione immobiliare;
  • Notifica e trascrizione del pignoramento presso l’ufficiale giudiziario;
  • Pignoramento vero e proprio, noto anche come atto esecutivo.
  • Quando avviene l’espropriazione forzata immobiliare
L’espropriazione forzata inizia con il pignoramento di un bene immobiliare: attraverso questo atto realizzato dall’ufficiale giudiziario su istanza del creditore che non ha ricevuto il denaro che gli spetta, si può procedere con l’espropriazione forzata.

Il creditore può scegliere tra i beni mobili o immobili che appartengono al patrimonio del debitore; è possibile che vengano scelti anche dei beni appartenenti a terzi e che sono vincolati, attraverso la garanzia del credito, al debitore.

Nel caso si scelgano dei beni immobili, la vendita può avvenire attraverso diverse modalità:

  • vendita con incanto attraverso un’asta immobiliare;
  • vendita senza incanto attraverso un commissario.
Usualmente dalla vendita si ricava la somma di denaro capace di provvedere alla liquidazione dei crediti dei creditori, attraverso una ripartizione della somma ottenuta.

Esecuzione mobiliare con vendita post legge 80
Bisogna tenere presente che l’espropriazione forzata immobiliare avviene prima della vendita dell’appartamento che è stato oggetto di pignoramento e dovrà essere venduto.

Da questo punto di vista l’esecuzione mobiliare con vendita, post legge 80, è in parte diversa. La legge 80 del 2005 ha modificato e integrato la procedura di esecuzione immobiliare forzata. In particolare, sono oggetto della legge l’espropriazione mobiliare, ossia la procedura attraverso la quota il creditore chiede l’esproprio dei beni mobili del debitore per poterne ricavare quanto gli spetta.

Conversione di pignoramento
A questo punto ci si può chiedere: cosa è la conversione di pignoramento? Si tratta di una possibilità che viene data al debitore di sostituire gli oggetti pignorati con una somma di denaro (include le spese di esecuzione e l’intero importo, inclusi gli interessi e le spese).

Fonte: Idealista

Torino fiume po
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La Vert èpoque è lungo il fiume Po: camere con vista sulla natura

La Vert èpoque è lungo il fiume Po: camere con vista sulla natura

Da piazza Hermada all’ex Defendini: tra corso Moncalieri, Casale e Sassi si moltiplicano gli interventi immobiliari. Le agenzie: «Tutto il nuovo è sold out»

I ruggenti anni venti di Torino (ri)cominciano oltre Po. Lungo quelle rive dove, cent’anni fa, gli ultimi pescatori e lavandai cedevano il posto alle case della borghesia rampante e alle «diavolerie» tecnologiche (l’idrovolante che collegava la città con Trieste), oggi fioriscono nuovi progetti immobiliari che si propongono di (ri)costruire una Vert Époque del capoluogo piemontese. Nel mega-quartiere che a ridosso delle colline scorre insieme al fiume, da Moncalieri fino a Sassi, stanno spuntando nuovi borghi (Hermada), ville antiche completamente ristrutturate (in via Mentana), residenze Parco sul Po (con tanto di ristorante stellato, bocciodromo), il palazzo green di fronte ai Ronchi Verdi, Casale 48, in via Bava appartamenti nella ex Defendini e Uptown, alle spalle della Gran Madre.

Si capisce: il vecchio fiume, guardato quasi con sospetto per una generazione almeno, si sta ripopolando di vita: le piste ciclabili ai due lati del Po, gli inossidabili circoli remieri, i club sportivi di padel, il tennis del Royal, il motovelodromo, piscine. In pratica: una palestra naturale di giorno e la sera ricca di attività ludiche. Tutto sotto casa. E i nuovi interventi, molti ancora da terminare, registrano il sold out, tutto venduto.

«Vivere nella natura oggi è considerato un vero lusso — commenta Cesare Furbatto di Furbatto Immobiliare — A Torino è lusso di cui possiamo godere in centro città. E non solo. Tutti i quartieri che confinano con il fiume suscitano da sempre di grande interesse. Su tutti Longo Po Antonelli, Borgo Po e Gran Madre. Ora quell’area di pregio si sta estendendo lungo tutto il corso d’acqua. È un po’ come stare in villeggiatura ma dentro il tessuto della città».

Parco dentro e fuori
L’ex convento del Redentore, 8 mila metri quadri, si è trasformato, grazie al design di Aurelia srl (gruppo Finde, famiglia Denegri) in Borgo Hermada, in 5 palazzine, le cui ultime tre saranno terminate a fine dicembre. «Su 32 appartamenti ne restano in vendita appena due e prima ancora di ultimare le finiture — spiega Giovanni Judica Cordiglia di Investitalia — La proposta, a 4 mila euro al metro quadro, piace molto perché, oltre alle soluzioni abitative green, come pompa di calore, alta classe energetica e alla possibilità di gestire tutti i servizi degli alloggi tramite la domotica anche in remoto, c’è un parco condominiale interno con palestra all’aperto e parco esterno; e poi siamo a due passi dal fiume e dal parco Valentino».

In riva al fiume
Cento unità abitative, attici, aree verdi private, bocciodromo, ristorante stellato (apre a febbraio) e affaccio su un pezzo di parco che prende il posto di vecchie fabbriche in disuso. Così si presentano le Residenze Parco sul Po: un intervento in gran parte già realizzato che ha la particolarità di avere una doppia anima pubblico-privata. «Ci occupiamo anche del parco sul Po, dove troverà la sua seconda sede la cooperativa sociale Casa Oz, e dove ci auguriamo che verrà completato il ricongiungimento della ciclabile», spiega Gianluca Chiesa di Ingegneria Torino che segue i lavori. Il costo al metro quadro: circa 3.500 euro. «L’idea di fondo è costruire una sorta di borgo dentro la natura che gode di tutti i servizi offerti dalla zona». Poco più in là, dove gli investimenti dei padel e tennis club hanno ridato smalto a corso Moncalieri, che sconta però il traffico intenso, c’è un altro intervento in via di completamento. Lo racconta Pietro Barbato di Remax Immobiliare che cura la vendita di 8 alloggi in corso Moncalieri 466. «Ho appena venduto un appartamento di 100 metri quadri a 420 mila euro. Classe energetica alta, rifiniture in legno, ventilazione, parco interno. Il mercato chiede questo. Se si offrono queste caratteristiche non c’è barriera di prezzo. I compratori ci sono».

In villa
Erik Sclaverano rimette a nuovo i gioielli della precollina. L’ultimo intervento: in via Mentana, una villa anni 20, ex proprietà della famiglia Peyrano, per un valore di 3 milioni di euro. «Il mercato di altissimo pregio è ovviamente molto ristretto. Ma non è vero che è per soli campioni dello sport. Ci sono famiglie importanti che apprezzano questo genere di architettura». In zona, dando un’occhiata al catalogo Perri Immobili: ci sono ville settecentesche, come Villa Geiser, per prezzi compresi fra 600 e 980 mila euro.

Fonte: Corriere della sera

superficie calpestabile
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Superficie calpestabile di un immobile: come si calcola

Superficie calpestabile di un immobile: come si calcola

È molto importante sapere che esiste una precisa differenza tra la superficie commerciale e quella calpestabile di un immobile.

La prima, che è la categoria su cui ci si basa per la stima patrimoniale di un’abitazione e infatti è anche chiamata “superficie commerciale vendibile” (SCV), comprende tutti gli elementi che compongono una casa, muri, giardini e posto auto inclusi. La seconda, invece, è lo spazio che veramente abbiamo a disposizione.

Superficie calpestabile: che cosa si intende
Con l’espressione “superficie calpestabile” (o “utile”) ci si riferisce a ciò che in un immobile può essere calpestato: la somma delle sole superfici interne dei singoli vani che compongono l’appartamento o il locale commerciale, al netto dei muri perimetrali e dei muri interni.

Una precisazione: in questo contesto il termine “vano” serve a individuare le diverse suddivisioni degli spazi (cucina, soggiorno, camera ecc.), ma non ha una connotazione qualitativa come avviene invece nelle valutazioni catastali, per le quali si distingue tra vano utile e accessorio.

Come si calcola la superficie calpestabile di un immobile
Mentre ai fini del calcolo della superficie commerciale si tiene conto anche dei muri, dei balconi, dei sottotetti, delle cantine ecc., valutati secondo diverse incidenze percentuali, la superficie calpestabile si ricava calcolando la sola pavimentazione che, per ciascun piano fuori terra o entro terra, viene misurata lungo il perimetro interno delle mura e delle pareti divisorie e rilevata a un’altezza convenzionale di 1,50 metri dal piano di pavimento.

Per un calcolo preciso è bene affidarsi a un professionista che, dopo avere prelevato la planimetria catastale rasterizzata, procede al conteggio attraverso l’utilizzo di sistemi di Cad.

La superficie commerciale è sempre superiore a quella calpestabile: generalmente il 10-15% in più.

Visura catastale, che cosa viene indicato?
Dal 2015 nelle visure catastali è indicata la superficie catastale espressa in metri quadri dell’immobile, che va a sostituire il numero dei vani. È un’innovazione che ha riguardato 57 milioni di immobili su 61 registrati nel Catasto.

La superficie catastale non corrisponde a quella calpestabile, bensì a quella commerciale.

Cantina e mansarda: come vengono conteggiate?
Come abbiamo visto, per superficie calpestabile si intende lo spazio interno che si ha a disposizione, esclusi i muri. Ma spesso un immobile dispone anche di spazi esterni come balconi, cantina e posto auto, che rientrano nel conteggio della superficie commerciale (per calcolarla non vanno semplicemente sommate alle altre superfici, ma bisogna eseguire delle “correzioni” seguendo alcuni parametri indicati dall’Agenzia delle entrate).

Un caso particolare è rappresentato dalla mansarda. Nel linguaggio comune, infatti, si definisce mansarda l’appartamento o la porzione di appartamento posta all’ultimo piano e con altezze interne variabili in funzione dell’inclinazione del tetto. A livello catastale, però, il termine mansarda non esiste: ci sono semplicemente immobili abitabili o non abitabili. I primi per legge devono avere un’altezza media di m. 2.70, con un minimo di m 2.00, e possedere finestre apribili di superficie adeguata. Se la nostra mansarda non dispone di questi requisiti, allora si tratta di sottotetto o di soffitta.

Ai fini del calcolo della superficie commerciale di un immobile, se la mansarda è abitabile si conta al 100%, altrimenti si calcola al 50% o al 25% a seconda che sia o meno comunicante con l’appartamento.

Superficie utile riscaldata: che cosa significa?
Nelle certificazioni energetiche si considera la superficie utile riscaldata, ossia la superficie calpestabile dei locali riscaldati al netto di muri esterni e tramezzi e comprensiva delle soglie delle porte.

Calcolo Tari: ci si basa sulla superficie calpestabile o su quella commerciale?
L’imposta sui rifiuti si calcola utilizzando l’area calpestabile, non quella commerciale.

La superficie calpestabile viene misurata sul filo interno dei muri e, per le aree scoperte, sul perimetro interno delle medesime. Oltre che dalla rilevazione diretta, la superficie dei locali tassabili può essere desunta anche dalla planimetria catastale, arrotondando per eccesso o per difetto a seconda che la frazione sia superiore, uguale o inferiore al mezzo metro quadrato. Spesso il Comune può considerare come superficie assoggettabile a Tari quella pari all’80% della superficie catastale.

Questo contenuto ha scopo informativo e non ha valore prescrittivo.

Fonte: Immobiliare