La pandemia Covid-19 ha cambiato le prospettive sull’andamento del 2020. La previsione da parte degli esperti vedeva un 2020 positivo: il 57% prevedeva una generale stabilità dei valori, il 15% pensava che i prezzi potessero salire. Restare chiusi in casa ha portato a riconsiderare gli immobili in cui si abita. L’emergenza Coronavirus ha stabilito una certezza: la casa è il miglior investimento che si possa fare per vivere bene. Il lockdown ha fermato il mercato immobiliare. Le transazioni si sono azzerate con la chiusura delle agenzie. Il comparto immobiliare, così come per tanti altri settori economici, attraversa un momento difficile e incerto.
“L’attuale previsione è che passata la fase critica, il mercato riprenderà, con probabile lentezza ma riprenderà”, commenta Aurelio Amerio, presidente di Fiaip Torino (Federazione italiana agenti immobiliari professionali). “Il forzato stallo del settore – aggiunge – ha fatto accumulare alcune richieste che daranno la spinta a una prima ripresa”. Inoltre, “il costo del denaro che continua a essere basso e si prevede resti tale, sarà un motivo in più per ricercare un’abitazione. In questo momento di incertezza, gli immobili possono rappresentare una valida alternativa di investimento poiché meno soggetti alla volatilità tipica dei mercati finanziari”.
“Un aspetto non trascurabile – sottolinea Luca Portinaro, delegato all’Osservatorio Fiaip – è che la crisi che si è generata porti le persone ad accantonare il progetto casa. È chiaro che chi stava pensando di comprare casa e si trova ad affrontare un’inaspettata difficoltà economica, con cassa integrazione, perdite di fatturato o chiusura della propria ditta individuale, accantonerà l’acquisto in attesa di una situazione migliore. Il mercato non crollerà ma è possibile che le compravendite freneranno nei prossimi semestri”. Per quanto riguarda il valore degli immobili, “Non si prevedono oscillazioni negative – aggiunge Portinaro – se ci saranno, non dovrebbero essere consistenti.
Le trasformazione del mercato post Covid-19: interesse per giardino e terrazzi, ma mercato non sarà stravolto
“Parlare di un’evoluzione o trasformazione del mercato risulta prematuro, non disponendo di dati concreti”, precisa Amerio. Dalle ricerche immobiliari e dalle manifestazioni di interesse ricevute in questi due mesi dagli associati Fiaip si possono desumere gli orientamenti del prossimo futuro, confermabili solo alla riapertura dei servizi di intermediazione.
“È indubbio che questo periodo di reclusione abbia generato in molti il desiderio o l’ambizione di uno spazio all’aria aperta indipendente”, spiega Amerio. “È probabile – aggiunge – che l’interesse per le case con giardino incrementi, poiché crescerà il numero di persone disposto a sacrificare la comodità per beneficiare di spazi più ampi. Il verde e le superfici esterne, come il terrazzo, avranno quindi ancor maggior richiesta. Ma presumibilmente non sarà un fenomeno dirompente perché in campo scende il rapporto qualità-prezzo”.
Torino, mercato immobiliare post Covid-19: attenzione su precollina e provincia
Difficile che in questo scenario, ci sia la riscossa del mercato immobiliare della collina torinese. “È una zona elegante e cara – spiega – servita in modo non così eccellente per quanto riguarda i collegamenti con i bus e la vicinanza a supermercati e farmacie. È più probabile che l’interesse medio-alto si indirizzi in precollina, dove si abbina l’accesso ai servizi cittadini al comfort di abitazioni indipendenti o semindipendenti. Un’altra zona che potrebbe catalizzare l’attenzione è Pino torinese: c’è tanta offerta, ma è un mercato fermo, che potrebbe però risvegliarsi”. Anche le case con giardino fuori porta potranno raccogliere maggior interesse: “I prezzi sono più contenuti e alla cifra di un bilocale in città, si compra una casa con giardino in provincia – spiega il presidente di Fiaip Torino -. Per esempio Vinovo: è ben servita grazie all’anello della tangenziale e presenta diverse soluzioni con aree verdi private”. Anche i piccoli comuni della Bassa Val di Susa potranno essere oggetto di rinnovato interesse, dove “a prezzi ragionevoli si possono comprare case con terreno”.
Torino, mercato immobiliare post Covid-19: centro città
Il centro città non dovrebbe patire battute d’arresto: “La scelta di vivere fuori porta non è per tutti – spiega Claudia Gallipoli, delegata Fiaip –. La ricerca di una casa è sempre soggettiva e chi vuole i servizi vicini, non sceglierà di allontanarsi tanto dalla città. La previsione è di un possibile calo della domanda del 2-3%, ma solo nella fase iniziale”. Più probabile un ripensamento degli spazi all’interno dell’alloggio. “Costretti a restare in casa, abbiamo misurato la casa con le nostre esigenze”, commenta Gallipoli. “C’è chi ha lavorato nella casa in cui abita e ha dovuto ricavare una postazione lavoro. Chi invece amando lo sport si è ritrovato a non avere spazio sufficiente per fare esercizio fisico, saltare la corda o allenarsi. Non è solo questione di superficie, ma di distribuzione degli spazi”.
È probabile che avranno maggior slancio gli spazi modulabili e in semi condivisione. “Nelle ristrutturazioni si progettano spazi dedicati allo smart working, con una stanza adibita al lavoro, anche insonorizzata”. La rigenerazione urbana prevede spesso ambienti comuni, palestra, cortile, sauna. Si tratta di moderni co-housing: “In questo periodo, con le giuste cautele – racconta Gallipoli – il condominio di via Saluzzo, per esempio, che ha solo 5 unità abitative, si è attrezzato per usare su turni la palestra”. Sono soluzioni che avranno sempre più slancio e che compensano spazi abitativi più ridotti con l’uso di più ampie aree da condividere con pochi.
Torino, mercato immobiliare post Covid-19: cosa succederà in periferia
A rischiare l’instabilità sono le periferie. “Non tanto quelle ricche di verde come Mirafiori, ma soprattutto la zona nord”, commenta Lucia Vigna, vice presidente di Fiaip Torino. “Il futuro di quelle aree è anche legato al futuro dei negozi”. Si tratta di un comparto che era già in difficoltà prima di questa emergenza. “È probabile che molti negozi chiuderanno, lungo le vie come nei centri commerciali, di conseguenza gli alloggi dati in affitto ai dipendenti si svuoteranno”.
Il comparto commerciale pagherà il conto più pesante del lockdown sanitario. “Se gli esercizi commerciali – continua Vigna – sono in difficoltà ad avere fatturati decorosi per pagare i canoni di locazione, chiuderanno e i proprietari si troveranno locali sfitti. Anche i centri commerciali corrono gli stessi pericoli, rischiando di diventare cattedrali nel deserto, con grandi catene che dovranno rivedere, giocoforza, gli investimenti sul territorio”.
Torino, mercato immobiliare post Covid-19: soluzione è l’intervento del Governo
“È necessario – sintetizza Vigna – l’intervento delle Istituzione con sostegni concreti a favore di piccoli imprenditori. Per esempio:
1) reintroduzione della cedolare secca per i negozi rendendola stabile negli anni;
2) sgravi fiscali per i proprietari che non percepiscono i canoni di locazione a causa delle difficoltà dell’esercente;
3) agevolazione per il cambio di destinazione urbanistica dei negozi sfitti in abitazioni, in moda da rimettere i locali sul mercato, anche per le locazioni, creando un circolo virtuoso per la filiera e con oneri incassabili dalla Pubblica amministrazione.
4) liqudità di denaro dalla banche per gli esercizi commerciali: punto strategico per far ripartire tutti i settori”.
Fonte: TorinoToday