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Mercato immobiliare: la vivacità delle cittadine più piccole

Mercato immobiliare: la vivacità delle cittadine più piccole

Il lockdown e lo smart working hanno spinto gli italiani a cercare una migliore qualità della vita. Tecnocasa ha esaminato gli effetti sul mercato immobiliare di alcune piccole e medie cittadine: Pesaro, Carpi, Aprilia, Imperia, San Benedetto del Tronto, Porto d’Ascoli e Siziano.

Gli effetti della pandemia sul mercato immobiliare tornano sotto la lente di ingrandimento. Gli esperti di Tecnocasa hanno preso in esame come il Covid-19 abbia influenzato le realtà di alcuni comuni e perché questi centri siano stati in grado di attirare nuovi residenti.

Ad esempio, per alcune località di mare è stato determinante il desiderio di ‘cambiare aria’, emerso soprattutto dopo il primo lockdown e sulla cui scelta ha molto contribuito il fenomeno dello smart working.

Non di meno, altre sono cittadine più a misura d’uomo, le quali hanno investito sui servizi e quindi sulla qualità della vita.

Casa più vicina alla natura per una migliore qualità di vita
L’obiettivo delle autorità locali è stato quello di fornire una diversa filosofia di vita, più vicina alla natura ma, allo stesso tempo, ricca di servizi tecnologici (connessione internet e logistica) e improntati alla sostenibilità: una svolta su cui ha pesato l’emergenza sanitaria e quello che ha comportato.

Lo studio ha classificato le cittadine esaminate in tre parti, sulla base del numero di abitanti. Nel caso di quelle con oltre 65mila troviamo Pesaro, Carpi e Aprilia. Nella fascia compresa tra i 35 e i 65mila abitanti ci sono Imperia, San Benedetto del Tronto e Porto d’Ascoli e, infine, tra le cittadine con 5-15mila cittadini, è stato preso come esempio Siziano (provincia di Pavia).

Imperia, gli stranieri pazzi per il clima ottimale

Imperia intercetta da anni l’interesse di acquisto di persone non residenti che desiderano trasferirsi per migliorare la qualità di vita: tedeschi, svizzeri, francesi sono interessati a comprare sia la casa vacanza sia la prima casa. Subito dopo il primo lockdown anche persone di regioni vicine, come Lombardia e Piemonte, hanno espresso la volontà di acquistare la prima casa o la seconda casa grazie alla possibilità di sfruttare lo smart working. La zona marina è quella di Porto Maurizio, dove si concentrano le spiagge. Le case storiche, a picco sul mare e presenti nel borgo Parasio, sono quelle più apprezzate e toccano punte di 3000 euro/mq se dotate di vista mare. Interesse sta suscitando, in chi acquista la casa vacanza o la casa a uso investimento, la zona della Fondura, grazie alla futura pista ciclabile: prezzi molto contenuti, intorno a 1000-1200 euro/mq. A Borgo Prino, borgo marinaro del ‘600-‘700, le quotazioni arrivano anche a 2500-3000 euro/mq.

La vivacità mostrata in questi mesi dal mercato immobiliare è favorita, oltre che dalle quotazioni divenute convenienti, anche dai tassi di interesse molto bassi, che invogliano gli acquirenti ad accendere un mutuo per finalizzare la compravendita.

Fonte: MutuiOnline.it

Genova
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Immobiliare, lo strano caso di Genova: crescono gli affari ma calano i prezzi

Immobiliare, lo strano caso di Genova: crescono gli affari ma calano i prezzi

Ma la grande novità è una nuova immigrazione: arrivano i lavoratori dello smart working da Piemonte e Lombardia

Genova rappresenta uno strano caso del mercato immobiliare nazionale, in totale controtendenza con il resto del Paese: crescono le transazioni, del 30%, rispetto a giugno 2020, ma i valori immobiliari sono calati del 7% e non risalgono. E il Covid non c’entra, la decrescita demografica sì: il capoluogo della Liguria si sta sistematicamente svuotando, la popolazione è scesa da tempo sotto la soglia critica dei 600mila (574.090 abitanti) e gli appartamenti, vuoti, sono in numero maggiore rispetto alla richiesta. E questo vizia un mercato immobiliare che, in questo caso per effetto dell’inizio dell’uscita del Covid, sta riguadagnando velocemente quota: “In altre città, come Milano, alla ripresa del mercato immobiliare corrisponde un aumento anche deciso dei prezzi, fino a due cifre percentuali, invece a Genova, dopo la flessione legata alla pandemia, unica città in Italia, le quotazioni non si muovono”, assicura Eugenio Del Gaizo, presidente Fiaip Genova.

A Genova, la flessione delle transazioni a causa della pandemia si è registrata molto più blandamente di tutto il resto d’Italia: nel 2020, il calo delle compravendite, nonostante due mesi di lockdown tassativo, è stato contenuto, del -9,4%, sono state compiute 6706 transazioni, contro le 7704 del 2019. E anche i dati recentissimi, appena pubblicati dall’Omi, tutte le categorie di immobili in vendita a Genova negli ultimi tre mesi, indicano che i prezzi sono in debole diminuzione (-1,17%), ma Genova è in testa alla classifica italiana delle città per numero di transazioni, rispetto allo scorso anno: nel primo trimestre del 2021 il capoluogo della Liguria è sul gradino più alto del podio, con il valore massimo di crescita degli scambi di abitazioni, +36,7%.

Si genera così uno spostamento cospicuo degli acquisti verso quartieri prima inaccessibili a molti, come la zona della Foce, già considerata residenziale, affacciata all’inizio del lungomare di Genova. “Con 150mila euro, fino a cinque anni fa, si riusciva a comprare un appartamento a San Fruttuoso, ormai con quella cifra si conquista agevolmente un’abitazione alla Foce”, conferma Del Gaizo.

C’è una cosa che il Covid ha modificato, radicalmente: è aumentata la richiesta di spazi, sia metrature più ampie, articolate in vani distinti, sia affacci esterni, come terrazzi, balconi e giardini. Inoltre, nuovo valore aggiunto di una città che stenta a lasciare, in molti settori, lo smart working è la cablatura: “Prima si cercavano case con l’ascensore o il riscaldamento autonomo, adesso la prima domanda è se arriva la fibra nell’appartamento”, assicurano diversi agenti immobiliari del centro storico che, proprio per la sua conformazione (spessi muri in pietra), ha connessioni instabili e lente. L’Omi conferma nell’ultima rilevazione (giugno 2021) che la tipologia che ha registrato il maggior apprezzamento percentuale è costituita da ville e case indipendenti, le cui quotazioni hanno registrato +3% negli ultimi tre mesi. Mentre quella più in crisi risulta l’alloggio di cinque vani, per cui le quotazioni registrano -19% negli ultimi tre mesi.

Per questi motivi chi ha una casa con giardino o terrazzo ha ancora “il coltello dalla parte del manico”, dicono a una voce gli agenti immobiliari genovesi, e può ancora aspirare a ricavare dalla vendita della propria abitazione una cifra interessante, altrimenti, proprio per l’effetto indotto dallo svuotamento della città, “per tutti gli altri appartamenti, il manico è nelle mani dell’acquirente”, assicurano.

C’è infine un filone che si sta sviluppando nel mercato immobiliare genovese e ligure, alla fine della pandemia: proprio lo smart working magari alternato al lavoro in azienda, in presenza, solo alcuni giorni della settimana, sta innescando un’immigrazione di lavoratori soprattutto dalla Lombardia e dal Piemonte. Si tratta di dati ancora impercettibili, ma che costituiscono una nuova, inedita, tendenza, rilevata a partire dagli affitti. “La Liguria è una terra splendida, negli intervalli del lavoro da casa si può godere della spiaggia, o del verde, durante l’anno e mezzo appena trascorso abbiamo notato la trasformazione di richieste di affitti brevi, o brevissimi, in locazioni di lungo periodo, di parecchi mesi o un anno, con trasferimenti nella nostra regione per approfittare di un contesto di migliore qualità della vita, unita al lavoro in remoto”, conclude Del Gaizo.

Top e flop
Le case più care di tutta Genova si trovano nei quartieri residenziali di Albaro e Sturla, nella parte orientale del centro. A maggio 2021 le transazioni hanno toccato i 2968 euro/mq. Tra gli affitti, le zone più richieste sono la super-residenziale Sant’Ilario, una collina alle spalle del quartiere di Nervi, dove abita Beppe Grillo, e poi, i quartieri costieri di Quarto e Quinto, affacciati sul mare, con 9,70 euro/mq. Subito dopo gli affitti più cari si registrano in centro città, con 9,40 euro al mese/mq.

Il prezzo più basso di vendita si registra nei quartieri di Sampierdarena e Cornigliano, nell’immediato Ponente (industriale) della città, con una media di 936 euro/mq. E in Val Polcevera, la valle colpita dalla tragedia del Ponte Morandi e ora solcata dal nuovo ponte San Giorgio: per la vendita il prezzo medio è di 853 euro/mq, per gli affitti 6,40 euro al mese/mq. Gli affitti più bassi, però, si trovano nell’entroterra occidentale di Genova, alle spalle di Voltri, con 6,10 euro/mq.

Tra le macroaree di Genova, tra il primo e il secondo semestre 2020, le oscillazioni maggiori dei prezzi si sono registrate in Val Bisagno, nell’area Marassi-San Fruttuoso-Molassana, in Val Bisagno, unica in tutta la città a segnare un incremento del valore degli immobili residenziali, con +2,7%. Il crollo più profondo si nota, invece, in Val Polcevera, tra Certosa e Pontedecimo, con -8,1%, concentrato soprattutto a Bolzaneto.

La situazione in Liguria
Allargando l’osservazione a tutto il territorio regionale, in Liguria, le transazioni, a maggio 2021, si sono attestate su un valore medio di 2507 euro/mq, con una flessione del -1,30% rispetto allo stesso mese nel 2020. Sono cresciuti invece i valori degli affitti, rispetto a un anno fa, del +2,35%, passando da 8,50 a 8,70 euro al mese/mq.

I prezzi degli immobili nella regione oscillano da 2.065 a 3349 euro/mq in media per la vendita e, per l’affitto, hanno una forbice che va da 8,70 a 10,90 euro al mese/mq. La città più cara risulta essere Savona, con valori di acquisto che arrivano a 3400 euro/mq, anche se c’è una forte discrasia tra gli immobili in città (che hanno una media di 1929 euro/mq) e quelli nelle aree costiere, dove si trovano rinomate località balneari, e in cui si toccano i 3643 euro/mq.

Subito dopo Savona, le abitazioni più care si trovano ad Imperia, con valori medi di 2600-2800 euro/mq. Poi si classifica La Spezia, con 2200-2400 euro/mq e infine Genova. E infatti nel maggio 2021 si è registrata a Savona la transazione più cara, con la vendita di un immobile a 3349 euro/mq, la più bassa a Genova con un acquisto di 2065 euro/mq. Anche gli affitti più alti si registrano a Savona (10,90 euro al mese/mq) e i più bassi sono a Genova (8,20 euro al mese/mq).

Le case vacanza
La Liguria è la regione più cara in Italia per quanto riguarda le case vacanza. Secondo la rilevazione di Idealista.it, Portofino e Santa Margherita Ligure sono i Comuni più cari in cui acquistare un immobile, seguiti dalla Costiera amalfitana. E se nella top ten dei Comuni affacciati sul mare è preponderante la presenza di località campane, al primo posto c’è il Comune di Portofino, dove si toccano i 9906 euro/mq.

Nella lista dei primi dieci Comuni più cari è incluso, in Liguria, anche Bonassola. A Santa Margherita il valore degli immobili si attesta sui 5189,18 euro/mq ed è aumentato da maggio 2020 a maggio 2021 del 5%. Valori alti anche alle Cinque Terre, dove gli immobili valgono, in media, 4728 euro/mq, l’8% in più rispetto a un anno fa.

Una rete di case vacanza si è creata, negli ultimi cinque anni, anche in centro storico a Genova: si tratta di piccoli appartamenti che vengono affittati per pochi giorni ai turisti. Come spiegano ancora dalla Fiaip Genova, alcuni proprietari hanno deciso di investire, prima del Covid, acquistando appartamenti nella città antica, proprio per metterli a reddito in questo modo, realizzando B&B: “Gran parte di questo sistema è stato messo in crisi dalla pandemia – dice Eugenio Del Gaizo – e diversi proprietari, nel corso del 2020, hanno venduto queste abitazioni: è stato un errore perché il flusso, come dimostrano i dati di giugno 2021, è ripartito e la richiesta sta prepotentemente salendo”.

Fonte: La repubblica; Agenzia delle entrate; Omi, Osservatorio del mercato immobiliare; Fiaip; Centro Studi Tecnocasa; Immobiliare.it; Abitare.Co; Idealista.it

Piemonte
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Acquistare casa in Piemonte: prezzi in crescita

Acquistare casa in Piemonte: prezzi in crescita

Il mercato immobiliare piemontese registra buone performance per il primo trimestre 2021. A registrare i migliori valori sono i prezzi delle compravendite.

Chi desidera comprare casa in questa regione, secondo la rilevazione relativa allo scorso marzo, dovrebbe preventivare una spesa di circa 1.500 euro al metro quadro.

Compravendite in Piemonte: l’andamento di città e province
Analizzando più nel dettaglio la situazione di acquisti e vendite immobiliari nei capoluoghi piemontesi, emerge che i prezzi delle case in cinque casi su otto sono in crescita, ma con variazioni minime o poco distanti dallo zero.

A trainare il comparto è Torino che nei primi tre mesi dell’anno segna un + 2,4%.

In flessione, invece, Verbania (-1,7%) e Vercelli (-0,8%). Nonostante la perdita di quasi 2 punti percentuali, il capoluogo della provincia Verbano-Cusio-Ossola resta comunque il più caro della regione. La città più economica è invece Biella dove, per esempio, per acquistare un trilocale si spendono 715 euro al metro quadro; ancora più conveniente la sua provincia, con 565 euro al metro quadro.

Il settore degli affitti in Piemonte
Sul fronte degli affitti il nostro Osservatorio rileva una generale stabilità. Si contano davvero solo poche eccezioni: a segno negativo le città di Alessandria (-1,7%) e Verbania (-1,6%). A segno positivo le città di Biella (+3,6%), di Cuneo (+1,4%), e le province di Asti (+1,9%) e di Verbano-Cusio-Ossola (+3,8%).

Il prezzo medio per chi vuole affittare un immobile a uso residenziale è a quota 7,9 euro al metro quadro.

Fonte: Immobiliare

zona arancione
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Italia in zona arancione, cosa cambia per chi cerca casa

Italia in zona arancione, cosa cambia per chi cerca casa

Che cosa cambia, quindi, per chi cerca un immobile da comprare o da affittare in zona arancione? Facciamo insieme il punto con questo ultimo aggiornamento.

Come era stato preannunciato, l’Italia torna a tingersi quasi tutta di arancione. Rispetto al livello più alto di restrizioni, a partire da lunedì 12 aprile, ci sono i primi allentamenti in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Liguria, Marche, Molise, Piemonte, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto e alle Province autonome di Bolzano e Trento.

Visite immobiliari in zona arancione: cosa dicono le Faq del Governo
Sostanzialmente, il passaggio da fascia rossa a fascia arancione non incide sulla possibilità di fare visitare una casa che si vuole acquistare o prendere in affitto. Questo perché in entrambe le situazioni è sempre consentito, rispettando le previste norme di sicurezza e di distanziamento.

Per la precisione, le Faq del Governo specificano chiaramente che in fascia arancione:

Sì. È permesso effettuare un sopralluogo presso un immobile da acquistare o locare. Tuttavia le visite degli agenti immobiliari con i clienti presso le abitazioni da locare o acquistare potranno avere luogo solo con l’utilizzo, da parte dell’agente immobiliare e dei visitatori, delle mascherine e dei guanti monouso e mantenendo in ogni momento la distanza interpersonale di almeno un metro e, preferibilmente, quando le abitazioni siano disabitate.

Come anticipavamo, le stesse indicazioni sono valide anche per le regioni ancora in fascia rossa, cioè Campania, Puglia, Sardegna e Valle d’Aosta.

Comprare o affittare casa in zona arancione tra privati
Le risposte ufficiali indicano esplicitamente che le visite accompagnate da un agente immobiliare sono consentite. Ma che cosa è previsto per chi è intenzionato a comprare o affittare casa da un altro privato cittadino, senza l’intermediazione dell’agenzia immobiliare?

Al momento per questo specifico caso non sono purtroppo presenti delle indicazioni puntuali tra le Faq del Governo.

Il nostro consiglio è di far riferimento in primo luogo alle autorità competenti per evitare di incorrere in comportamenti non leciti e conseguenti sanzioni. E in seconda battuta di attenersi alle indicazioni che regolano in generale gli spostamenti in zona arancione.

A chi rivolgersi quindi? Come dicevamo, per sapere se uno spostamento rientra tra quelli ammissibili per “motivi di necessità”, la valutazione è rimessa all’autorità competente che, per le violazioni delle prescrizioni dei Dpcm, è di norma il Prefetto.

Fonte: Immobiliare

Mercato Immobiliare a Torino
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Piemonte, buone performance per il mercato immobiliare

Piemonte, buone performance per il mercato immobiliare

Buono l’andamento del mercato immobiliare piemontese, che ha chiuso il 2020 in modo positivo, soprattutto per ciò che riguarda i canoni di locazione.

Quanto costa affittare una casa in Piemonte
Per stipulare un contratto di locazione si devono mettere a budget cifre in deciso aumento rispetto a qualche mese fa. A dicembre 2020 i costi medi degli affitti si sono posizionati su base regionale attorno agli 8 euro al metro quadro, con una crescita del 3,9% rispetto a un anno fa e del 2,6% rispetto al semestre precedente.

Tutti i capoluoghi, a eccezione di Verbania (-6,3%) vedono un incremento delle somme richieste con Novara, che chiude il 2020 con le migliori performance (+8,3%).

Numeri alla mano: per affittare un bilocale a Novara di 50 mq, per esempio, si devono mettere a budget circa 390 euro, ma è a Torino che le cifre si fanno più consistenti; qui per la medesima metratura sono richiesti circa 455 euro. Alti i canoni di locazione anche a Verbania dove, nonostante la discesa dei prezzi, affittare un bilocale costa 445 euro. Le città più economiche sono Biella e Alessandria, con una richiesta di 280 euro e 295 euro rispettivamente.

Prezzi delle compravendite stabili
Leggerissimo aumento su base annua dello 0,7% per ciò che riguarda i prezzi delle case in vendita in Piemonte, con una richiesta media di 1.482 euro al metro quadro. A livello regionale non si registrano grandi variazioni rispetto alle precedenti rilevazioni.

Da segnalare i risultati meno incoraggianti per Alessandria e Verbania, che perdono entrambe il 3,8% in dodici mesi; nonostante ciò Verbania si aggiudica il primato della città più cara del Piemonte dove acquistare casa, con una richiesta media di 2.025 euro/mq. Bene Torino e Novara che vedono un incremento dei prezzi del 3,4% e del 4,1%.

Fonte: Immobiliare

Torre Littoria
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La Torre Littoria in affitto: la residenza temporanea di lusso nel grattacielo

La Torre Littoria in affitto: la residenza temporanea di lusso nel grattacielo

La totale riprogettazione della Torre Littoria iniziata nel 2017 ha permesso di convertire gli spazi in residenze di lusso con accesso esclusivo al piano

La Torre Littoria, il grattacielo che sorge in via Viotti tra piazza Castello e piazza San Carlo, diventa una residenza di lusso in affitto, per iniziativa dello storico proprietario, il Gruppo Reale Mutua. È uno dei palazzi pù contestati di Torino, per il suo stile razionalista (è stato edificato negli anni ’30) che stona con il contesto barocco che lo circonda. Ma per chi vivrà dentro la Torre Littoria non sarà un problema, visto che godrà di una vista panoramica a 360° sul centro di Torino dall’edificio residenziale più alto della città.

“Collezione Prestige”, la nuova linea di soluzioni di prestigio lanciata oggi da Reale Immobili, rafforza con questa operazione la sua offerta nel segmento residenziale: dopo Milano, con un intervento di riqualificazione in piazza Sant’Ambrogio, e Roma, dove sono stati realizzati appartamenti prospicienti a Piazza di Spagna, Reale Immobili ha scelto per Torino la Torre Littoria nei pressi di Piazza Castello, che con i suoi 19 piani e 87 metri di altezza (109 con l’antenna metallica sommitale) è uno dei 5 palazzi più alti della città.

La totale riprogettazione dell’edificio, iniziata a dicembre del 2017, ha permesso di convertire gli spazi in residenze di lusso, con accesso esclusivo al piano. Reale Immobili propone in affitto (si parla di locazioni tra i 30.000 e i 100.000 euro l’anno, con possibilità di affittare anche per periodi più brevi) unità singole e duplex con annessi terrazzi. Appartamenti, alcuni dei quali completamente arredati, pensati appunto per enfatizzare la vista a 360° su Torino. Il progetto di interior design, caratterizzato da materiali e finiture di qualità, è completato con arredi di pregio firmati dai migliori brand italiani.

Molta attenzione sia alla qualità ambientale che a quella dei servizi, con l’introduzione di misure di risparmio energetico e un servizio di conciergerie 24/24, e ancora connettività già predisposta, sistemi di videosorveglianza a circuito chiuso e servizi esclusivi su richiesta, dalla lavanderia alla pulizia delle singole unità, come in un hotel di lusso.

Collezione Prestige è commercializzata da Santandrea Luxury Houses, il marchio del Gruppo Gabetti dedicato agli immobili esclusivi. “Gli effetti della pandemia sanitaria in atto, causata dal Covid-19, hanno messo in grossa difficoltà l’economia mondiale e a risentirne è anche il settore immobiliare. Reale Immobili intende reagire subito all’attuale crisi, continuando a guardare al futuro e dando un segnale importante alla Città di Torino con il lancio di un nuovo importante progetto” ha dichiarato Alberto Ramella, direttore generale di Reale Immobili. 

Fonte: TorinoToday

pandemia covid e mercato immobiliare
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Mercato post pandemia Covid-19: il settore non crollerà, aumenterà l’interesse per giardini e case fuori porta

Mercato post pandemia Covid-19: il settore non crollerà, aumenterà l’interesse per giardini e case fuori porta

La pandemia Covid-19 ha cambiato le prospettive sull’andamento del 2020 e ha stabilito una certezza: la casa è il miglior investimento che si possa fare per vivere bene.

La pandemia Covid-19 ha cambiato le prospettive sull’andamento del 2020. La previsione da parte degli esperti vedeva un 2020 positivo: il 57% prevedeva una generale stabilità dei valori, il 15% pensava che i prezzi potessero salire. Restare chiusi in casa ha portato a riconsiderare gli immobili in cui si abita. L’emergenza Coronavirus ha stabilito una certezza: la casa è il miglior investimento che si possa fare per vivere bene. Il lockdown ha fermato il mercato immobiliare. Le transazioni si sono azzerate con la chiusura delle agenzie. Il comparto immobiliare, così come per tanti altri settori economici, attraversa un momento difficile e incerto.

“L’attuale previsione è che passata la fase critica, il mercato riprenderà, con probabile lentezza ma riprenderà”, commenta Aurelio Amerio, presidente di Fiaip Torino (Federazione italiana agenti immobiliari professionali). “Il forzato stallo del settore – aggiunge – ha fatto accumulare alcune richieste che daranno la spinta a una prima ripresa”. Inoltre, “il costo del denaro che continua a essere basso e si prevede resti tale, sarà un motivo in più per ricercare un’abitazione. In questo momento di incertezza, gli immobili possono rappresentare una valida alternativa di investimento poiché meno soggetti alla volatilità tipica dei mercati finanziari”.

“Un aspetto non trascurabile – sottolinea Luca Portinaro, delegato all’Osservatorio Fiaip – è che la crisi che si è generata porti le persone ad accantonare il progetto casa. È chiaro che chi stava pensando di comprare casa e si trova ad affrontare un’inaspettata difficoltà economica, con cassa integrazione, perdite di fatturato o chiusura della propria ditta individuale, accantonerà l’acquisto in attesa di una situazione migliore. Il mercato non crollerà ma è possibile che le compravendite freneranno nei prossimi semestri”. Per quanto riguarda il valore degli immobili, “Non si prevedono oscillazioni negative – aggiunge Portinaro – se ci saranno, non dovrebbero essere consistenti.

Le trasformazione del mercato post Covid-19: interesse per giardino e terrazzi, ma mercato non sarà stravolto
“Parlare di un’evoluzione o trasformazione del mercato risulta prematuro, non disponendo di dati concreti”, precisa Amerio. Dalle ricerche immobiliari e dalle manifestazioni di interesse ricevute in questi due mesi dagli associati Fiaip si possono desumere gli orientamenti del prossimo futuro, confermabili solo alla riapertura dei servizi di intermediazione.

“È indubbio che questo periodo di reclusione abbia generato in molti il desiderio o l’ambizione di uno spazio all’aria aperta indipendente”, spiega Amerio. “È probabile – aggiunge – che l’interesse per le case con giardino incrementi, poiché crescerà il numero di persone disposto a sacrificare la comodità per beneficiare di spazi più ampi. Il verde e le superfici esterne, come il terrazzo, avranno quindi ancor maggior richiesta. Ma presumibilmente non sarà un fenomeno dirompente perché in campo scende il rapporto qualità-prezzo”.

Torino, mercato immobiliare post Covid-19: attenzione su precollina e provincia
Difficile che in questo scenario, ci sia la riscossa del mercato immobiliare della collina torinese. “È una zona elegante e cara – spiega – servita in modo non così eccellente per quanto riguarda i collegamenti con i bus e la vicinanza a supermercati e farmacie. È più probabile che l’interesse medio-alto si indirizzi in precollina, dove si abbina l’accesso ai servizi cittadini al comfort di abitazioni indipendenti o semindipendenti. Un’altra zona che potrebbe catalizzare l’attenzione è Pino torinese: c’è tanta offerta, ma è un mercato fermo, che potrebbe però risvegliarsi”. Anche le case con giardino fuori porta potranno raccogliere maggior interesse: “I prezzi sono più contenuti e alla cifra di un bilocale in città, si compra una casa con giardino in provincia – spiega il presidente di Fiaip Torino -. Per esempio Vinovo: è ben servita grazie all’anello della tangenziale e presenta diverse soluzioni con aree verdi private”. Anche i piccoli comuni della Bassa Val di Susa potranno essere oggetto di rinnovato interesse, dove “a prezzi ragionevoli si possono comprare case con terreno”.

Torino, mercato immobiliare post Covid-19: centro città
Il centro città non dovrebbe patire battute d’arresto: “La scelta di vivere fuori porta non è per tutti – spiega Claudia Gallipoli, delegata Fiaip –. La ricerca di una casa è sempre soggettiva e chi vuole i servizi vicini, non sceglierà di allontanarsi tanto dalla città. La previsione è di un possibile calo della domanda del 2-3%, ma solo nella fase iniziale”. Più probabile un ripensamento degli spazi all’interno dell’alloggio. “Costretti a restare in casa, abbiamo misurato la casa con le nostre esigenze”, commenta Gallipoli. “C’è chi ha lavorato nella casa in cui abita e ha dovuto ricavare una postazione lavoro. Chi invece amando lo sport si è ritrovato a non avere spazio sufficiente per fare esercizio fisico, saltare la corda o allenarsi. Non è solo questione di superficie, ma di distribuzione degli spazi”.

È probabile che avranno maggior slancio gli spazi modulabili e in semi condivisione. “Nelle ristrutturazioni si progettano spazi dedicati allo smart working, con una stanza adibita al lavoro, anche insonorizzata”. La rigenerazione urbana prevede spesso ambienti comuni, palestra, cortile, sauna. Si tratta di moderni co-housing: “In questo periodo, con le giuste cautele – racconta Gallipoli – il condominio di via Saluzzo, per esempio, che ha solo 5 unità abitative, si è attrezzato per usare su turni la palestra”. Sono soluzioni che avranno sempre più slancio e che compensano spazi abitativi più ridotti con l’uso di più ampie aree da condividere con pochi.

Torino, mercato immobiliare post Covid-19: cosa succederà in periferia
A rischiare l’instabilità sono le periferie. “Non tanto quelle ricche di verde come Mirafiori, ma soprattutto la zona nord”, commenta Lucia Vigna, vice presidente di Fiaip Torino. “Il futuro di quelle aree è anche legato al futuro dei negozi”. Si tratta di un comparto che era già in difficoltà prima di questa emergenza. “È probabile che molti negozi chiuderanno, lungo le vie come nei centri commerciali, di conseguenza gli alloggi dati in affitto ai dipendenti si svuoteranno”.

Il comparto commerciale pagherà il conto più pesante del lockdown sanitario. “Se gli esercizi commerciali – continua Vigna – sono in difficoltà ad avere fatturati decorosi per pagare i canoni di locazione, chiuderanno e i proprietari si troveranno locali sfitti. Anche i centri commerciali corrono gli stessi pericoli, rischiando di diventare cattedrali nel deserto, con grandi catene che dovranno rivedere, giocoforza, gli investimenti sul territorio”.

Torino, mercato immobiliare post Covid-19: soluzione è l’intervento del Governo
“È necessario – sintetizza Vigna – l’intervento delle Istituzione con sostegni concreti a favore di piccoli imprenditori. Per esempio:

1) reintroduzione della cedolare secca per i negozi rendendola stabile negli anni;

2) sgravi fiscali per i proprietari che non percepiscono i canoni di locazione a causa delle difficoltà dell’esercente;

3) agevolazione per il cambio di destinazione urbanistica dei negozi sfitti in abitazioni, in moda da rimettere i locali sul mercato, anche per le locazioni, creando un circolo virtuoso per la filiera e con oneri incassabili dalla Pubblica amministrazione.

4) liqudità di denaro dalla banche per gli esercizi commerciali: punto strategico per far ripartire tutti i settori”.

Fonte: TorinoToday

Mercato immobiliare in ripresa
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Mercato immobiliare (ancora) in ripresa, a Torino il bilocale è la tipologia più comprata e venduta

Mercato immobiliare (ancora) in ripresa, a Torino il bilocale è la tipologia più comprata e venduta

Continuano i segnali di ripresa nel mercato immobiliare italiano. In particolare sul versante delle compravendite, dei prezzi e dei tempi di vendita in diminuzione.

Continuano i segnali di ripresa nel mercato immobiliare italiano. In particolare, l’Ufficio Studi Tecnocasa, rileva dati confortanti sul versante delle compravendite, dei prezzi e dei tempi di vendita in diminuzione.

I prezzi hanno registrato un aumento dello 0,9%. Nel confronto tra le grandi città svetta Milano con un incremento dei valori delle case del 5,7% seguita a ruota da Bologna con +5,6%. Crescono anche Firenze, Napoli e Verona. Il ribasso più consistente a Bari (-2,3%) e Genova (-2,2). Tali risultati sono stati determinati anche dall’andamento delle compravendite che nei primi sei mesi del 2019 sono cresciute maggiormente proprio a Bologna (+12,3%) e Milano (+8,5%). Torino registra con una lieve flessione dei prezzi (-0,4%).

Sui tempi di vendita è Bologna ad avere la meglio con tempistiche di vendita intorno a 85 giorni, seguita da Milano con 87 giorni: ancora una volta queste due metropoli dimostrano la vivacità del loro mercato, visto che si tratta di un indice importante per capire lo stato di salute del mercato immobiliare. Quanto alle tipologie immobiliare il trilocale è la tipologia più scambiata in sei grandi città con l’eccezione di Milano e Torino dove prevale il bilocale e Genova e Firenze che registrano maggiori transazioni sul quattro locali. Se, a livello nazionale, la media di chi compra casa si concentra soprattutto nella fascia tra 35 e 44 anni (28,5%) Milano ha la percentuale più elevata nella fascia tra 18 e 34 anni (36,7%) seguita da Verona (30,1%). A Torino la percentuale di chi compra casa tra i 18-34 anni è del 28,3%.

Questo semestre ha visto anche un incremento dei canoni di locazione in tutte le grandi città e su tutte le tipologie immobiliari. L’aumento dei canoni di locazione di un bilocale (tipologia più locata nelle grandi città) è stato dell’1,8%. Ancora una volta spiccano Milano (+4,2%) e Bologna (+4,6%) città in cui si segnalano anche i tempi di locazione più brevi rispettivamente con 87 e 85 gg. A Torino l’incremento percentuale dei prezzi del canone di locazione è minima (0,1%). Mentre il tempo di locazione si assesta sui 121 giorni (in Italia il tempo di vendita per un immobile è di 122 giorni).

Fonte: TorinoToday